Gioiosa Ionica
29/08/2021
Lo spettacolo del regista Nicasio Anzelmo prodotto dal Centro Teatrale Meridionale.
Una storia d’amore lunga quattro secoli è giunta con tutta la sua dirompente poetica al pubblico calabrese.
Due ore di spettacolo, dal ritmo serrato: la tragedia immortale, come il suo autore, rivisitata con novità e ingegno da un magistrale regista.
Venti gli attori in scena, tutti bravissimi, un cast affiatato che ha coinvolto gli spettatori con ironiae commozione.
L’opera prodotta dal Centro Teatrale Meridionale ha debuttato al più importante appuntamento nazionale con il Teatro, il Festival Dionisiache 2021, presso il Teatro Antico di Segesta, registrando il sold-out e grande consenso di critica.
Una produzione imponente e coraggiosa, che vede il coinvolgimento di un grande numero di maestranze. Un segnale di sostegno reale a un settore culturale da sempre in difficoltà, che ha subìto un duro colpo a causa della pandemia.
“Quel che amore vuole, amore osa”: l’inno all’amore impossibile, tra le note di meravigliose musiche, su un moderno gioco di luci, scenografia essenziale e potente, si è dispiegato in tutta la sua bellezza, attraverso i giovani volti e le voci dei due innamorati, i bravissimi Simone Coppo (Romeo) ed Eleonora De Luca (Giulietta) e nelle figure indelebili, ciascuno nel proprio ruolo essenziale, a compiere un destino eterno: Anna Lisa Amodio (Madonna Capuleti), Giuseppe Benvegna (Baldassarre), Camillo Marcello Ciorciaro (Padre Montecchi), Nicolò Giacalone (Mercuzio/Lo speziale), Alessandro Marmorini (Duca di Verona), Giacomo Mattia (Paride), Mimma Mercurio (Madonna Montecchi), Marco Valerio Montesano (Benvolio), Lorenzo Parrotto (Tebaldo), Matteo Munari (Gregorio/Frate Giovanni), e con Monica Guazzini (la balia), Giovanni Carta (Frate Lorenzo), Domenico Pantano (Padre Capuleti).
«Stelle, io vi sfido!» grida Romeo Montecchi, con tutta la disperazione e la speranza di cui è capace un uomo, e le sue parole riecheggiano nei cuori: ci scorre davanti la storia nella storia, la nostra stessa vita.
Tocca le corde più intime dell’emozione la pièce a firma del regista, attore e pedagogo che ha inteso dedicare lo spettacolo «alle donne che hanno difficoltà a realizzare la propria vita, il proprio amore, la propria esistenza». Un messaggio forte e più che mai attuale, che si unisce alla voglia e alla ricerca di spazi di partecipazione e di condivisione dell’arte e della cultura, in un momento particolarmente difficile per l’umanità intera.
Vivere e condividere lo spettacolo dal vivo è un bisogno innato dell’uomo, un’occasione di crescita culturale e umana a cui non può e non deve rinunciare. Un grande plauso, dunque, al Centro Teatrale Meridionale: una realtà calabrese di eccellenza che conferma ancora una volta la grande qualità delle proprie produzioni e rassegne teatrali, distinguendosi sulla scena nazionale.